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Intro tratta da The Pill:
Edito
by Davide Fioraso
Stiamo scambiando la nostra felicità a favore del comfort. È un dato di fatto. E mentre l’esistenza è diventata più agevole nel tempo, la felicità è diminuita.
Prendiamo gli Stati Uniti, ad esempio. Una nazione che rappresenta il 23% del PIL mondiale. Le nuove case, oggi, sono 90mq più grandi rispetto al 1973 e lo spazio vitale per persona, in media, è quasi raddoppiato. Il numero di americani che utilizzano Internet è aumentato dal 52 al 90% negli ultimi 20 anni. La percentuale che utilizza i social media è cresciuta dal 5 al 72%.
Ma in mezzo a questi progressi nella qualità della vita, la felicità media sta diminuendo. Un graduale declino a lungo termine. E quali possono essere le spiegazioni a questo paradosso? Che le persone non siano informate sui progressi? Che non riescano a percepirli nel corso dei decenni? O che stiamo misurando gli indicatori sbagliati? Il sospetto è che tutte e tre le ipotesi siano valide.
Non diventiamo più felici man mano che la nostra società si arricchisce, perché inseguiamo le cose sbagliate. Gli acquisti promettono di renderci più attraenti e intrattenuti, i social media promettono di mantenerci connessi, ma niente di tutto questo porta una soddisfazione profonda e duratura. Del resto, l’idea che il consumo non porti alla felicità è un pilastro di molte tradizioni filosofiche (e di molte religioni). Probabilmente, la più grande intuizione di Marx proveniva dalla sua teoria dell’alienazione, un senso di estraneità che deriva dall’essere parte di una società materialistica in cui siamo ingranaggi di un’enorme macchina. Una macchina basata sul mercato.
Ci viene promessa la felicità con il prossimo aumento di stipendio, il prossimo gadget da mostrare, il prossimo sorso di qualche nuova bevanda. Nel suo libro “The Happiness Fantasy”, il professor Carl Cederström sostiene come aziende e inserzionisti che hanno promesso soddisfazione, hanno invece portato le persone alla corsa sfrenata di produrre e consumare senza gioia. Comodità materiali aumentate a dismisura, senza dare un senso alla vita. Il consumismo vuoto è una delle tradizionali spiegazioni della nostra moderna condizione, agevolata da qualcosa di relativamente nuovo: la tecnologia. Una rivoluzione che ci ha concesso il sapere con un clic del mouse, la capacità di diventare famosi agli estranei, di avere a casa, in pochi giorni, l’oggetto del desiderio.
Gli esperti di marketing sanno che afferrando la chimica del tuo cervello, probabilmente possono venderti qualcosa, che tu ne abbia bisogno o meno. Ma a questa attrazione possiamo resistere. Per evitare che le forze della vita moderna rovinino la nostra felicità dobbiamo cambiare le scelte che facciamo con le nostre risorse.
Vite felici sono quelle con forti legami familiari, strette amicizie, vite romantiche colme di esperienze vissute. Il mondo ci incoraggia ad amare le cose e ad usare le persone. Ecco, dovremmo proprio invertire la corrente di pensiero.
Cosa troverai all’interno di The Pill 42?
Ferrino presenta l’Archivio Storico Digitale
Ferrino, per i suoi 150 anni, lancia l’Archivio Storico Digitale. Un modo per raccogliere, catalogare e digitalizzare tutta la sua memoria storica.
Matteo Calcamuggi
Guida Alpina e maestro di sci ma prima di tutto un avventuriero che mette amore e passione in tutto quello che fa. Ha viaggiato in tutto il mondo per provare delle linee epiche e ancora non si
vuole fermare.
Live forward: Ian Finch
Fotografo, giornalista e avventuriero. Da oltre 10 anni documenta e guida spedizioni nei luoghi più remoti del pianeta. Recentemente ha preso parte ad un viaggio epico attraverso le splendide Highlands scozzesi.
Devold: il filo rosso norvegese
Nel 1853 Ole Andreas Devold torna nella sua città natale della Norvegia occidentale, Ålesund. Un mix di qualità e innovazione sono la chiave del suo successo che coincide con numerose epiche spedizioni polari.
Benedikt Böhm: less is more
Atleta, marito e padre di famiglia, alpinista e General Manager di Dynafit da 17 anni. La montagna gli ha insegnato che non abbiamo bisogno di molto per essere felici, less is more.
LaMunt, un nuovo sguardo sulla montagna
Ruth Oberrauch apre un nuovo capitolo del Gruppo Oberalp fondando LaMunt, creato dalle donne per le donne da un team tutto al femminile. Nato per vivere la montagna in modo attivo.
Kilian Echallier
Negli anni Kilian Echallier ha sviluppato il suo personale approccio multi-sport all’alta montagna, mescolando arrampicata con trail running, attraversate dei crinali con competenze sciistiche.
Laugavegur Trail Island
L’Islanda è difficile da sintetizzare: un concentrato di assaggi, scorci e paesaggi che meriterebbero di essere vissuti appieno. La quantità di possibilità che offre in termini di scoperte è immensa.
Adam Ondra The Alien
È considerato uno dei climber più forti di tutti i tempi. Magnetico ed eclettico, Adam Ondra è un’entità a sé stante, una certezza del presente e un sogno per il futuro.
The days you don’t laugh you die
Slackline, un non sport, un alpinismo anarchico orizzontale che si prende gioco dell’alpinismo stesso: salire per percorrere una linea che non si vede. Camminare l’invisibile. Pura immaginazione.
Emily Harrington
Essere disposti a fallire per raggiungere il successo: questa la consapevolezza che ha permesso ad Emily Harrington di andare avanti e non mollare. E scalare in libera e in giornata El Capitan.
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Portatori
Un viaggio in Pakistan “ai confini del mondo civile” con un’unica missione: aiutare il più possibile l’economia locale. Perché dopo aver avuto tanto dalla vita, si deve restituire agli altri altrettanto.
Fonte e Immagini: The Pill
